Racconta la tua storia

scena domestica inizio secoloAlcuni giorni fa mi è capitato un episodio singolare che mi ha fatto riflettere e ve lo voglio raccontare.

 

A metà della mattinata è entrato nel mio studio un signore anziano accompagnato da una ragazzina di 8-9 anni al massimo. Si è avvicinato alla scrivania e senza dire una parola vi ha appoggiato due foto.

Ho guardato prima lui poi le foto che erano vecchie di almeno 50 anni ma in buono stato. In un formato che all’epoca poteva essere considerato normale ma decisamente troppo piccole per i nostri standard attuali.

 

Ho guardato di nuovo il cliente con aria interrogativa, perchè continuava a stare in silenzio e fissarmi, cercando di capire cosa mai dovessi farne di quelle foto, ma lui continuava a tacere e fissare prima me, poi le foto.

Cominciavo ad irritarmi anche perchè chi mi conosce sa che odio quelle persone che pretendono che io capisca cosa vogliono leggendogli i pensieri. All’improvviso, quella che doveva essere la sua nipotina, evidentemente imbarazzata per il silenzio del nonno, ha cominciato a spiegarmi quello che secondo lei il nonno avrebbe voluto fare con quelle due foto: riprodurle in un formato più grande ma non sapeva dirmi quanto grande e continuava a chiedere con lo sguardo il supporto di suo nonno che, imperterrito, taceva.

donna che tira la sfoglia

Io ho cominciato a mostrare ai due strani clienti i formati disponibili, sperando di risolvere presto la faccenda perchè avevo molto da fare e stavo perdendo fin troppo tempo. All’improvviso il nonno si è sbloccato e visibilmente commosso ha scelto prima il formato e poi, pian piano, con quello che sembrava un enorme rispetto, ha cominciato a raccontarmi la storia di quelle foto e delle persone ritratte.

 

Allora ho capito. Non aveva parlato ancora perchè cercava di dominare l’emozione che quelle foto gli procuravano, anche se alcune delle persone ritratte non le aveva neanche conosciute.

 

E così ho pensato a quella bambina. Tra sessant’anni potrà provare la stessa emozione di suo nonno guardando le vecchie foto di famiglia? Sopravviverà il suo telefonino? Si commuoverà come suo nonno guardando lo schermo del telefonino o del tablet o di qualsiasi cosa ci sarà allora?

La risposta è ovvia e la conoscete tutti. Probabilmente no. No, perchè se lei o i suoi famigliari non avranno avuto la costanza di trasferire i media ogni volta che avranno cambiato tecnologia, niente sarà sopravvissuto al tempo. Il digitale è effimero, dura giusto il tempo che dura il supporto che lo contiene o poco più.

Quante foto avete perso da quando siete passati al digitale?

 

E pensare che basterebbe veramente poco. Sarebbe sufficiente stampare una trentina di foto al mese, quelle più importanti, quelle che varrebbe la pena salvare. E non dite che la fotografia è un hobby costoso, credetemi era molto più costoso ai tempi di vostro nonno.

Farsi fare un ritratto da un fotografo era un lusso che in pochi potevano permettersi, eppure in ogni casa c’è almeno una foto (dei primi anni del ‘900) scattata da un professionista in occasione di un evento importante e conservata con cura, e tramandata da padre in figlio, da nonno a nipote e che ancora suscita in chi la guarda un qualche tipo di emozione.

 

Quindi pensateci bene prima di affidare i vostri ricordi, la vostra storia ad un telefonino o ad una scheda di memoria. Stampate 30 foto al mese, in un anno avrete speso meno di 100 euro. Fatelo per i vostri figli che un giorno saranno nonni e potranno farlo per i loro nipoti. Mettete tutto in una scatola, chiamatela scatola dei ricordi, ed ogni tanto, nelle cupe e fredde giornate invernali, riunite la famiglia, prendete la scatola e divertitevi a raccontare la storia, la vostra storia.

 

P.S. la storia è reale ma le foto pubblicate sono immagini d’archivio, non mi è stato possibile contattare il cliente per l’autorizzazione pubblicare le sue foto.

 

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