Io e la fotografia impressionista

la fotografia impressionista 12Un pomeriggio assolato d’estate, una donna, immersa nei suoi pensieri appoggiata ad una finestra, intenta a scrutare fuori come a voler cercare qualcosa che esiste solo nei suoi ricordi, ed il tempo si ferma.

Le mode, le stupide mode, non esistono più.

 

Scommetto quello che volete che guardando queste foto non riuscirete a dare una datazione certa. Vi sembreranno foto un po’ retrò, vi ricorderanno altri fotografi, altri tempi ma non saprete dire se sono state scattate negli anni settanta o in un epoca più remota, oppure se sono fotografie attualissime.

Qualcuno penserà ad una sorta di effetto alla Instagram, applicato dopo lo scatto. Qualcun altro penserà che siano foto vintage recuperate dalla mia mania per le cose vere.

Eppure sono foto attualissime, realizzate con l’aiuto di Monica, in un pomeriggio di questa caldissima estate che ci sta salutando lentamente.

Nessun effetto in postproduzione, ogni dettaglio è stato pensato prima dello scatto. E’ così che si svela il loro segreto.

Già, perchè una volta le foto si facevano così.

Si dava più importanza al messaggio che all’effetto, non si cercava la nitidezza a tutti i costi e spesso non si avevano nemmeno i mezzi per fare diversamente. Quello che contava davvero era la luce, il soggetto, la composizione. E’ così che nascevano i capolavori che sono poi arrivati fino a noi.

Ho sempre avuto una passione particolare per i fotografi impressionisti, quelli che andavano per la loro strada senza curarsi delle critiche di chi sosteneva che la fotografia doveva essere descrittiva e quindi dettagliatissima.

Sono stati in molti a dedicarsi a questo tipo di fotografia con passione e caparbietà, tanto che negli anni 70 ci fu un vero e proprio boom. Ma come tutte le mode, presto questo stile è stato dimenticato e quasi tutti i fotografi che prima lo avevano difeso a spada tratta, hanno cominciato a rinnegarlo, tornando di nuovo alla ricerca del dettaglio e della nitidezza spinti dalle case produttrici che facevano a gara nel proporre  lenti sempre più nitide e dettagliate.

Alcuni, come spesso accade, sono rimasti fedeli al loro stile ed hanno continuato a scattare fotografie che somigliano più a poesie che a immagini vere e proprie.

Questo tipo di fotografia stimola la fantasia, lascia aperte le porte dell’immaginazione e da la possibilità di evadere dal tempo e dallo spazio.

Evadere da un mondo violento e crudele, spesso orribile, dal quale l’uomo moderno non può che fuggire attraverso il sogno o la nostalgia.

Poi il suo sguardo si posa su queste foto e non è più lì. Viene immediatamente catapultato in un anfratto del suo cervello, un punto lontano dove sono conservati i suoi ricordi più cari.

E’ così che io evado dalla routine quotidiana e questo è il risultato della mia evasione. Spero vi piaccia, ma anche se non vi piace, non mi farete cambiare idea.

Vi lascio ora alla visione delle immagini senza prima aver ringraziato di cuore l’amica e modella Monica che si è prestata con passione alla realizzazione di queste foto, nonostante il caldo.

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